Chi siamo
Matteo Faccio
Momento curioso, quello in cui tocca parlare di sé in toni accattivanti ma non per questo meno precisi. E sia. La mia descrizione in dieci parole, anzi cinque, anzi una. Genovese. Da Genova sono scappato a 23 anni, con il sospetto di non tornare più se non nelle feste comandate: Natale, Pasqua e le domeniche in cui il Genoa gioca in casa, con qualche perplessità sulle prime due.
Col tempo, con la distanza, con Milano-Torino (non il cocktail), con la sensazione ricorrente di non distinguere, per due tre secondi, la stanza dove mi svegliavo, la saudade ha preso il sopravvento (non è un caso che l’inflessione ligure sappia di portoghese, alla lontana), mi sono riscoperto follemente innamorato e ho fatto marcia indietro.
Ho studiato Comunicazione e Scrittura per anni e in luoghi piuttosto smart (Università di Genova, Università Cattolica, Scuola Holden) ma gli appunti li prendevo rigorosamente a mano. Oggi mi occupo di copywriting e storytelling, sperando di dar contenuto a dei termini che per tanti hanno finito per rappresentare un’aria fritta appena più esotica.
Riferimenti culturali? Ho pianto sulla tomba di Dostoevskij e sui video di Luca Giurato.
Filippo Lazzarini
Scrivere di me dopo le parole di Matteo non è affatto facile. Lui è un maestro nel sceglierle con cura e ordinarle al meglio. Io, invece, alle parole ho sempre preferito le immagini. In un certo senso il mio lavoro è proprio questo: scelgo con cura delle immagini e le metto in ordine meglio che posso. Insomma, sono un videomaker, non si era capito?
Fino al liceo preferivo di gran lunga la matematica alle lettere. Poi è successo che le lettere si sono infilate nella matematica e tutto d’un tratto mi sono sentito tradito da quest’ultima. Confuso e deluso ho acceso un computer e, da quel momento, non l’ho mai spento. Qualche anno più tardi mi sono laureato in Comunicazione e in Digital Humanities.
Oggi, oltre alla mia già citata professione di videomaker freelance, gestisco un blog di viaggi – Posti nel Mondo – che è vicino a raggiungere le 5 cifre di iscritti al canale YouTube. Non sazio del mondo dei video, ho voluto testarmi anche in quello dei podcast e non ho saputo resistere all’offerta di Matteo.